Se i tuoi amici non ti sopportano perchè continui a citare frasi tratte da film...sei un MOVIE JUNKIE.
Se il dilemma della giornata è che film guardare o riguardare...sei un MOVIE JUNKIE.
Se metti da parte i soldi per andare al cinema ripetute volte...sei un MOVIE JUNKIE.
Se passi la notte in bianco per guardare gli Oscar..sei un MOVIE JUNKIE.
Se l'unico passo della Bibbia che conosci è Ezechiele 25:17...sei un MOVIE JUNKIE.
Se sei stufo di prestare dvd ma non riesci a farne a meno "per diffondere il buon cinema"....sei un irrecuperabile MOVIE JUNKIE.

martedì 29 aprile 2014

Recensione: Miss Violence - Dance me to the end of love

Titolo: Miss Violence
Regia: Alexandros Avranas
Cast: Themis Panou, Rafika Chawishe, Christos Loulis
Anno: 2013

Miss Violence: forse il film più discusso della 70 Mostra del Cinema...e io me l'ero perso. In realtà avevo in programma di guardarlo durante il Festival, ma tra l'aleggiare di commenti disgustati e l'accavallarsi di altre proiezioni ne avevo fatto tranquillamente a meno. Il giorno delle premiazioni il Leone D'Argento per la regia viene assegnato proprio a questo film e la Coppa Volpi all'interprete Themis Panou: OK. FORSE DOVEVO VEDERLO. Solo ora, finalmente, ho recuperato e sono davvero grata di averlo fatto.


Undici anni si compiono una volta sola. Torte, candeline, fotografie e balli in famiglia. Poi la festeggiata sorride e si butta dal balcone. Sulle strazianti note di Leonard Cohen si apre così Miss Violence, lancia il sasso e lascia in sospeso lo spettatore ignaro. In un' ambientazione asettica, con l'aleggiare di una forte tensione, il regista ci svela poco a poco la quotidianità di una famiglia e dei segreti che si celano dietro una facciata di finto perbenismo. Dopo il terribile atto dell'undicenne, infatti, si intuisce facilmente da subito che qualcosa non quadra nelle abitudini della famiglia, ma non si è in grado di coglierne fino in fondo il motivo. La purezza puerile è contrastata con il terrore patriarcale in una sempre più inquietante routine familiare e nel rappresentare ciò appare la maestria del regista. Alexandros Avranas riesce a percorrere lentamente quest'orrore quotidiano fatto di silenzi, di giochi forzati e di vaghe promesse non mantenute (la gita in spiaggia che tutti aspettano, ma che non arriva mai). In una casa dove secondo il pater familiae "non c'è niente da nascondere" la puzza di marcio arriva però oltre lo schermo. La freddezza dei rapporti (dis)umani mette paradossalmente in gioco l'emotività dello spettatore fino a dilaniarla in una cruda morsa finale. Miss Violence non è un film per tutti, è marcato da una forte violenza psicologica che si infonde di soppiatto nello spettatore, narrata lentamente dall'occhio preciso del regista con un interessantissimo stile narrativo. 
Consiglio di riguardare il trailer (che rappresenta l'inizio stesso di Miss Violence) dopo la visione del film; con il senno di poi, ogni singolo dettaglio è agghiacciante. Dance me to the end of love è la ciliegina malinconica della fine di un'infanzia, forse mai vissuta.



VOTO MOVIE JUNKIES: 8/10

lunedì 28 aprile 2014

Quando si parla di epicità

Lo so lo so, sto sfondando una porta aperta, ma se si vuol parlare di scene con discorsi epici io credo non si possa far a meno di citare queste due:


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Adesso mi direte “ sei caduto nell’ ovvio, nel banale” ma io vi dico no e ci tengo a spiegare perché.
Lotr non è un film che io definirei per tutti, anzi! Tanti lo definiscono un mattone pieno di nomi uguali impossibili da ricordare, eccessivamente lungo e con un ambientazione fantasy solo per “ cultori del genere”. Io sono dell’ idea che ci sono film e film esattamente come ci sia spettatore e spettatore ma sto divagando, vi prego di scusarmi.

Le scene in questione sono EPICITÀ ALLO STATO PURO ho la pelle d’oca ogni volta che la vedo e giuro su chi volete che gli occhi mi diventano perfino lucidi. Ma lasciamo perdere per un momento le mega battaglie i paesaggi e la fotografia spettacolari. Io di un film, come ormai saprete,  apprezzo anche e soprattutto l’ accuratezza dei dialoghi anche perché la scelta delle parole è FONDAMENTALE.
In questi due discorsi fatti da due dei personaggi più profondi del film ( e ovviamente del libro)si nota come  riescano perfettamente nel loro intento di ispirare gli uomini, elevando i loro cuori e i loro spiriti a un livello superiore così che possano affrontare la battaglia e la morte. Ai loro soldati infatti, viene chiesto il sacrificio supremo, ma non per un proprio tornaconto o per qualche frivolo capriccio di regnanti, qui si parla della libertà, della sopravvivenza del genere umano. Non avrebbero potuto ricreare e adattare questi brevi monologhi in maniera migliore di come hanno fatto, quelle parole ti entrano dentro, accendono come braci un fuoco in chi le ascolta. Io mi sento galvanizzato e ispirato ogni volta che le sento, combatterei io stesso per la terra di mezzo dopo discorsi così ispiranti.

E voi? Uomini dell ovest? Che mi dite?

mercoledì 23 aprile 2014

Bisogno di Remake?

Passano gli anni, i gusti cambiano,  le tecnologie si aggiornano e migliorano e… talvolta le idee originali e del tutto personali scarseggiano.

I rumors corrono, diventano notizie, passa ancora un po’ di tempo e TAH ecco la conferma “ il remake di … è certo, si farà!”

Ultimamente ho notato che di remake ne han fatti e annunciati parecchi, prendete per esempio Robocop, Godzilla, Carrie, quello che mi chiedo e VI chiedo è… ce n’era  davvero il bisogno? Anche qui si può discorrere a lungo, le opinioni sono discordanti. Ponendo cotal domanda nelle classiche chiacchierate con gli amici però la risposta emersa più frequentemente è NO.
 Perché? Semplice, perché la gente NON ne SENTIVA IL BISOGNO!

Molto spesso infatti un vecchio film è legato a delle emozioni , a ricordi piacevoli magari, e ci si augura che tutto rimanga immutato anche se sotto qualche aspetto magari il film in se non era proprio una perla. Ma prendiamo come esempio concreto Robocop( 1987 ), di certo gran parte di voi l’avrà visto, un bel noir tecnologico cinico e per certi versi “ impressionante “ ( perdonatemi il termine) era infatti piaciuto un sacco!
Alla notizia del suo rifacimento , spulciando vari commenti su siti e forum le opinioni che mi sono rimaste più impresse sono tate cose del tipo “ vi prego non fatelo “ oppure “ non rovinate ANCHE questo !“infatti da quel che mi è parso di capire il remake non ha ottenuto un grandissimo successo. Poi però, se ci si ferma un attimo, balzano subito in testa titoli che invece ci PIACEREBBE vedere rivisitati e UN PO’ ammodernati ( senza cadere nell’ americanata o tamarrata sia ben chiaro) Un esempio che vi faccio èIT, tempo fa annunciarono la stesura di una nuova sceneggiatura per il rifacimento di questo film. Tutti ( spero) conoscono il libro e tutti ( credo ) hanno visto il film, solitamente da piccoli, grazie anche a quella puntina di sadismo dei nostri genitori o parentame vario. Io da bambino, come magari parecchi di voi, rimasi traumatizzato da quel fottutissimo clown ( interpretato per altro da un Tim Curry incredibile) crescendo e riguardandolo di tanto in tanto invece l’ho trovato carente sotto diversi punti di vista anche senza fare l’ errore di paragonarlo al celebre romanzo, quindi la notizia di questo nuovo “ possibile “ ( infatti ancora non è certo) remake mi ha illuminato leggermente il viso.


Ora ditemi voi o popolo di cinema dipendenti, cosa ne pensate?

domenica 20 aprile 2014

A Pasqua non si ozia, ecco la recensione di The Grandmaster

Proprio l'altro giorno ho acquistato questo film nel mio negozio di fiducia…



Essendo io fan del maestro e praticante stesso di arti marziali non potevo farmi scappare questo ennesimo titolo( i film sul maestro Ip sono quattro escluso quest’ ultimo)me lo sono guardato subito e… che dire, non mi è piaciuto quasi per niente.

Chi ha seguito gli Oscar si ricorderà di questo titolo, infatti era candidato a ben due premi, uno per la miglior fotografia e l’ altro per i migliori costumi.

Il film inizia con uno scontro in strada sotto una pioggia torrenziale tra quello che dovrebbe essere il protagonista e i suoi molteplici avversari. Qui si viene già colpiti da qualcosa di positivo,la fotografia e il gusto delle riprese e della grammatica visiva sono fantastiche(ben meritata quindi la nomination)e saranno così per tutta la durata della pellicola,ma arrivano anche le prime note dolenti…

Perché diavolo tutti sti cinesini vogliono prendere a mazzate il “ protagonista non protagonista?” la riposta è un clamoroso e sonoro BOH!Andando avanti le cose non migliorano, la storia viene sviluppata in modo caotico dando più spazio ad altri personaggi come la figlia del maestro Gong ( Ziyi zhang) ed altri come il “ rasoio”  e il “ cattivo” Massan, usurpatore del nome e dell’ onore della famiglia Gong, il maestro Ip dov’ è?cosa fa? Nulla, passa in secondo piano SEMPRE. Lo si vedrà poco o nulla dall' inizio alla fine del film, infatti l protagonista diventa Ziyi con la sua faida famigliare. Nello sviluppo di questa pellicola altre due cose colpiscono positivamente ora che mi ci soffermo un attimo,la prima è che la maggior parte dei dialoghi è in toni profondi e con grandi richiami alla filosofia orientale, la seconda sono i duelli, i combattimenti, molto curati e non occupano uno spazio eccessivo. Purtroppo basta così.

Il film è lento, noioso, viene dato troppo poco spazio alla caratterizzazione di alcuni dei personaggi( vedi Ip Man  e questo fantomatico uomo detto Rasoio)per quanto mi riguarda, se fosse stata un mostra fotografica invece di un film mi avrebbe impressionato positivamente molto di più, ma aimè non è così. Devo essere sincero però, non sapevo cosa aspettarmi ( più o meno azione, più o meno introspezione ?) però la delusione c’è stata. Ripeto la componente artistica è immensa, infatti personalmente vorrei vedere questa cura in più film e non solo del genere, sarei rimasto soddisfatto se:

1)non fosse compreso il nome di Ip Man
2) se si fossero mantenute le promesse( è stato un film chiacchieratissimo)
3) se non fosse stato eletto come FILM DEFINITIVO SUL KUNG FU!

Io ho detto la mia , voi che mi dite?

sabato 19 aprile 2014

Special Dates: Happy "selfie" Birthday James Franco!

Oggi è il compleanno del 36enne più swag del mondo, artista poliedrico e pubblicatore di selfie compulsivo...Ovviamente sto parlando di JAMES FRANCO :)


La mia storia con James comincia presto. Dovete sapere che da piccolina avevo una cotta per una persona speciale...non era un mio compagno di banco o di catechismo (per carità), era James Dean. Quindi quando ho avuto occasione di guardare in tv il biopic dedicato al mio grande amore, non ho potuto fare a meno di innamorarmi anche dell'attore che lo interpretava. La somiglianza, all'epoca, mi sembrava allucinante. Qualche anno dopo lo rivedo in altri film, in qualche modo sempre interessanti ai miei occhi, e quando l'ormone adolescenziale si fa sentire James Franco rimane nel mio cuore. Lo reputo tutt'ora un bravissimo attore, ma in questo caso ammetto che l'occhio vuole la sua parte, eccome!
C'è da aggiungere un'altra informazione fondamentale: non so se abbia percepito le vibrazioni amorose o cosa, ma James Franco si è innamorato di...Venezia (pensavate dicessi di ME eh? Magari.) Non esagero: sono tre anni ormai che torna a Venezia, per un motivo o per l'altro. Le sue selfie ci aggiornano costantemente di ogni suo spostamento, quindi non è difficile localizzarlo quando fa una capatina alla Biennale o quando si fa i giretti in solitudine davanti alla biblioteca dove studio (sì, è successo davvero. Sì, stavo studiando e me lo sono perso). Fatto sta che per tre anni di fila il nostro caro James (ormai noi "Mostri del Cinema" lo consideriamo il nostro bff) ha presentato ogni sorta di film al Lido...e cosa c'è di meglio delle mie selfie con James per dimostrarlo? Approfitto quindi di questa selfie-collection per augurare a James Franco HAPPY BIRTHDAY, tanto ci rivedremo presto a Venezia! ;)

Venezia 68 - Sal




Venezia 69 - Spring Breakers


Venezia 70 - Child of God & Palo Alto



James Franco sarà sicuramente molto orgoglioso di me...come si può notare dalla successione di foto, la mia tecnica di selfie è nettamente migliorata negli anni ;) See u next year, James!

venerdì 18 aprile 2014

Non è bello ciò che è bello ma...

Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace...

Con questo nuovo articoletto bellino belletto ho intenzione di cercare di coinvolgere voi lettori il più possibile, è mio desiderio infatti che questo blog dal potenziale immenso gestito da due FIGACCIONI come me e Lara si riempia di commenti.

Ebbene si, la vostra opinione è importante per me e credo che quanto sto per postare sia il pezzo giusto per farvi interagire con noi staff di Movie Junkies.

La domandona di oggi è… regia rullo di tamburi prego … trrrrrrrrrrrrrrrr

Come deve essere un film per piacervi, affascinarvi, coinvolgervi? Cosa deve avere?

È indubbiamente una domanda difficile ma non pretendo grandi cose, nel senso, ci sono diversi generi e ognuno di essi ha le sue caratteristiche e criteri di realizzazione, secondo me però ci sono delle cose FONDAMENTALI che una buona pellicola deve avere per esser tale.

Io per primo ad esempio trovo fondamentale uno sapiente sviluppo della storia e ‘l interpretazione dei personaggi. Esistono infatti film con trame semplici, accessibili a tutti, senza troppi trucchi digitali ecc che soprattutto grazie all’ interpretazione  e,  a uno curato sviluppo della storia di base, ne escono prodotti interessanti e delle volte davvero notevoli!

Personalmente sono stufo di vedere i soliti film con quattro squinzie mezze nude, corse su macchinoni esplosioni ed effetti speciali spropositati a destra e a manca, io ho detto la mia, ora, tocca a voi ;-)

mercoledì 16 aprile 2014

Special Dates: Quentin Tarantino and me VOL. 1

Dear Movie Junkies...come avrete inteso dal mio velato soprannome Pulp Lary, io sono una Tarantino-addicted. Questa mia passione è nata un po' per caso, nella mia pre-adolescenza il cinema era la mia seconda casa...facciamo anche la prima va, visto che mi rinchiudevo nei cinema della mia città guardando anche 3 film al giorno. Non ero ancora un' "esperta" di film ma adoravo godermi ogni tipo di pellicola, dalla più cruenta alla più divertente...andavano bene (quasi) tutte, pur di saziare la mia voglia di cinema. Dalle esperienze passate avevo compreso però una cosa: ciò che mi attirava di più l'attenzione erano i racconti "non convenzionali", quelli cioè in grado di trasmettermi una sensazione mista tra shock ed euforia. Dopo questa premessa può iniziare la mia storia...

Chapter One
 11/11/2003



E venne il giorno. Il giorno in cui la mia vita cambiò. In uno dei tanti pomeriggi cinematografici, un titolo attirò la nostra attenzione: KILL BILL - VOL. 1. "Se è diviso in capitoli forse sarà una mattonata" ingenuamente (e molto, molto stupidamente) pensai, ma poi la mia amica mi incitò ad andare a vederlo perchè da quello che sapeva "quel regista dovrebbe essere un genio, poi c'è tanto sangue!". Il titolo in effetti era allettante, le recensioni dei suoi lavori precedenti pure. Fu un giorno memorabile, nessun film visto da me in precedenza era eguagliabile all'esperienza mistica che mi aveva fatto vivere Tarantino con quel suo primo Kill Bill. Stavo male all'idea di aspettare per vedere il secondo capitolo, sentivo il bisogno di quell'adrenalinico cammino verso l'assoluta vendetta e poi...poi avrebbe trovato Bill? Quell'11/11/2003 iniziò la mia dipendenza dal magnifico mondo di Quentin Tarantino. 



Chapter Two 
Sofia Coppola
e
Un Macellaio


Dopo quasi un anno dalla prima empatica esperienza Tarantiniana avviene l'EVENTO. L'anno è quello della 61° Mostra del cinema, grandissimi nomi presenti al Lido: Tom Cruise, Angelina Jolie, Robert De Niro, Al Pacino. Un'edizione d'oro, indubbiamente. C'era inoltre questa sezione speciale dedicata ai B-Movies...un di più, direte voi, chi se li fila? Quentin Tarantino. Ed era lì, che girovagava per il Lido assetato di film.Il primo incontro con il Dio Quentin passa alla storia: io e la mia amica ci trovavamo abusivamente all'interno dell'hotel Excelsior e al suo arrivo ci illuminiamo di gioia e di pura follia. Quentin era famoso, all'epoca, perchè non concedeva alcuna intervista agli "assillanti" giornalisti, comportandosi in modo schivo, quindi in realtà eravamo intimorite da un suo rifiuto. Ma dal modo in cui ci ha accolte tra le sue braccia abbiamo capito subito: Quentin è uno di noi, la follia è di casa e possiamo essere noi stesse! Dopo esserci complimentate (come da rituale) per le sue opere, abbiamo iniziato letteralmente a divagare. La cosa comica è che lui ci dava corda in modo entusiasta...era più preso di noi dai disparati discorsi!Abbiamo iniziato a spiegargli il progetto che avevamo in mente per un film che si sarebbe intitolato "Un Macellaio - A Butcher" (mai realizzato, ovviamente) e lui era coinvoltissimo, quasi eccitato trama, tanto da arricchirla con i suoi personali consigli. Qualche anno dopo produsse Hostel di Eli Roth (c'è una storia a parte per questo simpatico personaggio, ne riparleremo!), con una trama molto, molto simile al nostro, ahimè, immaginario A Butcher. 
Durante l'animosa conversazione accade una cosa inverosimile: squilla il cellulare di Quentin ed egli esclama "Oh, Sofia's calling!". Io e la mia amica all'unisono urliamo, incredule: "SOFIA COPPOLA?!"...Quentin, annuendo, risponde al telefono e lo passa alla mia amica, che nell'euforia bofonchia qualcosa sul fatto che adora i suoi film. Momenti di ordinaria follia.




Chapter Three
Il QUENTIN spiaccicato sulla porta


Giunti ormai alla conclusione dei nostri "esordi pulp", non mi resta che raccontarvi l'ultima chicca. Con la mente imprevedibile di Tarantino (come avrete notato dai suoi film) non ci si annoia  proprio mai. C'è da premettere che in quel lontano Festival del 2004, da brave neo-cinefile, bazzicavamo continuamente su e giù per il Lido nella speranza di incontrare qualcuno di famoso...in queste nostre allegre scampagnate, ci siamo imbattute numerose volte su Quentin. Non scherzo, in quei giorni incontravamo Quentin più spesso di quanto vedessimo le nostre madri. Ormai era diventato uno di noi, ci salutava sempre allegramente dopo averci associate alla comica (e isterica) scenetta Macellaio-Sofia. Il vero saluto, in vero stile Quentin Tarantino, è avvenuto all'uscita dell'Hotel Excelsior. Non fuori, sarebbe troppo banale, ma proprio tra le porte girevoli trasparenti. Noi, come al solito, eravamo state cacciate dalla sicurezza del lussuoso hotel e ci stavamo dirigendo all'uscita verso queste fatidiche porte...ma in quel momento Quentin ci anticipa: si fionda tra le vetrate prima di noi e finge di schiantarsi tra una porta e l'altra, ridendo di gusto.

Grazie Quentin, a mia adolescenza da cinefila non sarebbe potuta cominciare in modo migliore.... ;)



TO BE CONTINUED.....



martedì 15 aprile 2014

Cinema e arti marziali, connubio che funziona?dipende

Mi trovo quest’oggi a parlare di un specifico ramo del cinema, quello d’azione, nel dettaglio quello incentrato sulle arti marziali…
Di film del genere ce ne sono a bizzeffe, tanti molto conosciuti altri decisamente meno. Ovviamente non tutto il materiale è eccelso e non mi soffermerò a parlare delle “ leggende” del campo come Bruce Lee o Jet Li per esser sincero. Voglio parlare di un film passato un po’ in sordina, almeno per chi il genere in se non se lo fila più che tanto, si intitola Ip Man, è la storia del noto maestro di Wing Chun interpretato da un azzeccatissimo (secondo il mio modesto parere) Donnie Yen. La scena cult che vi propongo è la seguente (chiedo scusa per non averlo trovato in italiano):

 
Il tutto si svolge dopo un combattimento contro non uno, non due, ma ben 10 uomini, ovviamente il primo pensiero è “ecco cadiamo come sempre nell’ esagerazione” la mia risposta è… parzialmente vero, ma non siamo qui per questo. Ciò che accade dopo per me è molto suggestivo, e ogni volta che rivedo la scena in questione qualcosa dentro mi si accende e mi infervora.
Il generale giapponese al termine del combattimento chiede “ qual è il tuo nome?” ci si potrebbe aspettare qualsiasi frase di auto celebrazione da parte del protagonista, o qualche grido di orgoglio da parte dei poveri “ spettatori” cinesi e invece… dopo una pausa per creare un po’ di pathos ecco la risposta “ sono solo un cinese” WOOOW cioè WOOOOW secondo me non poteva esserci risposta migliore per creare tutta una serie di emozioni nel pubblico, non è una risposta banale visto il contesto storico in cui il film si svolge, non è una frase che secondo me ci si poteva facilmente aspettare, in poche parole questa scena oltre alla ficherrime sequenze di combattimento vale l' intero film.

Potrete non essere d’accordo, ben venga dico io! Che si accenda una discussione in merito, in fondo siamo qui per condividere ;-)

domenica 13 aprile 2014

Sono solo un Movie Junkie

Potete chiamarmi Oneiros…

E’ un onore e un piacere essere qui a presentarmi a voi o appassionati di cinema!
Chi sono, cosa faccio, cosa mi piace? Semplice! Sono un appassionato di cinema, come voi, ho studiato cinematografia, parlo di cinema e sempre come voi vivo di cinema!

Come per la mia bellissimasimpaticissimagentilissima “ capo redattrice”  che ringrazio per la possibilità che mi ha dato di aprirmi a voi o popolo cinefilo!
Anche nella mia vita i film hanno contribuito non solo a svagarmi per qualche oretta infatti,  Fin da bambino sono sempre rimasto affascinato da “ quel certo qualcosa” che i film sapevano regalare, mi drogavo delle emozioni che i film suscitavano in me, dopo ogni visione mi sentivo più ricco dentro, se possibile quasi più maturo. Ricordo sempre con un po’ di commozione i sabati pomeriggio della mia fanciullezza quando si andava nel vecchio e sgangherato cinema sotto casa per godersi un po’ di “ sana magia Disney” in compagnia del papà o della mamma. La reazione al momento in cui le luci si abbassavano in sala era sempre la stessa, trepidazione! Ovviamente ne seguivano anche i soliti riti:
  sistemarsi comodamente sulla poltrona
 fiondare la mano nel sacchetto dei beneamati popcorn o come li chiamo io i “ poppi” e… godersi lo show!


La mia prima vera cineossessione, avevo 8-10 anni, fu Star Wars. I cavalieri jedi erano per me un esempio!Questi cazzuti figuri, temerari, sempre pronti ad aiutare e a sacrificarsi per il prossimo!tutti li amavano( mi avrete già sgamato…. lightsaber is the way ;-) ). Conoscevo tutti i nomi, possedevo tutte le astronavi giocattolo, ma il culmine l ho raggiunto anni e anni dopo con The Lord Of The Ring.
Come Lara conosceva vita, morte e miracoli del buon Forrest io conoscevo tutte le battute a memoria di tutti e tre i film! Spesso gli amici mi mettevano alla prova per vedere fin quanto riuscivo ad essere un “ fissato”, solo che io non ero un fissato, ero e sono un Movie Junkie.

martedì 8 aprile 2014

Recensione: Parkland - mosaico incompleto del caso Kennedy

Titolo: Parkland
Regia: Peter Landesman
Cast: Paul Giamatti, Zac Efron, Billy Bob Thornton, Jacki Weaver, Tom Welling
Anno: 2013

Ciao Movie Junkies! Prima di tutto mi scuso per l'assenza, mi sono dileguata a Londra per un po' ma non ho dimenticato il nostro amato cinema...anzi! Ho comprato una sorta di "diario cinefilo" nel quale appunterò ogni commento a caldo durante la visione dei film...quindi aspettatevi molte succose recensioni ;)

Nel frattempo vi lascio il mio parere su Parkland, film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e successivamente trasmesso su Rai Tre per celebrare i 50 anni dalla morte di Kennedy. Leggendo tra i vari nomi del consistente cast capirete già che qualcosa stride; affiancati a grandi attori quali Paul Giamatti e Jacki Weaver spuntano i bambolotti Zac Efron e Tom Welling. Non sono una loro sostenitrice ma ci ho provato, ho tentato di dare loro una chance con questo film apparentemente impegnato (rispetto alla maggior parte dei loro lavori precedenti). Diciamo che la mia opinione su di loro non è variata...da capitano della squadra di basket a medico intento a salvare Kennedy, qualche emozione diversa sarebbe stata gradita sul bel visino di Zac! Non voglio annoiarvi con ulteriori ciance, ora sta a voi giudicare!


Il 22 novembre 1963 viene ucciso il presidente Kennedy a Dallas, lasciando l’America sotto shock. Peter Landesman sceglie di parlare delle vicende umane che circondano il tragico avvenimento, concentrandosi sulle storie di diversi personaggi direttamente o indirettamente legati ad esso. Appaiono così il punto di vista e le reazioni dei medici del Memorial Hospital Parkland, nel quale è stato ricoverato il presidente dopo l’attentato, dei servizi segreti, della famiglia dell’assassino, lasciando spazio anche alle vicissitudini di Abraham Zapruder, l’unica persona in  possesso delle riprese della sparatoria. Con il susseguirsi di questi episodi, presentati in maniera frammentaria, vi è il tentativo di raccontare la drammaticità dell’accaduto in senso ampio; nel voler dar voce a queste diverse realtà, però,si finisce per spiegarle in modo sbrigativo e talvolta un po’ confusionario, cadendo in qualche cliché.
Parkland è un film corale, la moltitudine dei personaggi presenti in scena e la mancanza di uno spessore psicologico nella maggior parte di essi fanno sì che si eclissino l’uno con l’altro, rendendo difficile l’empatia da parte dello spettatore e limitandone quindi il coinvolgimento.

Peter Landesman è riuscito nell’impresa di raccontare alcuni aspetti interessanti e curiosi del caso Kennedy, manca però la scintilla, quel particolare che emoziona davvero; Parkland si ferma alla superficie, mentre avrebbe potuto evitare qualche forzatura da “americanata” e scavare di più in queste piccole grandi storie. 


VOTO MOVIE JUNKIES: 6.5/10